Da attente osservazioni aeree dell’Appennino, Marcello Betti porta alla luce 13 misteriosi enormi cerchi di pietra.
La passione per la scoperta e la valorizzazione del territorio umbro di Marcello Betti hanno colpito un’altra volta nel segno. L’acume e lo spirito d’osservazione ormai noti di quest’intellettuale assisano hanno portato altre volte a scoperte importanti, ma quella di cui vogliamo parlare oggi potrebbe essere la sua più clamorosa impresa.
Analizzando le immagini aeree dell’Umbria vista dall’alto del noto fotografo perugino Paolo Ficola ed esplorando di persona la zona individuata, ha scoperto una formazione, quasi certamente artificiale, composta da tredici cerchi concentrici perfetti, visibili soltanto dal cielo, posta in una collina boschiva detta “Torricella” in prossimità del piccolo centro appenninico di Verchiano.
Il manufatto sembra ricordare ed imitare le famosissime e altrettanto misteriose linee di Nazca, anch’esse visibili soltanto dal cielo e che costituiscono uno dei rompicapi più complessi della storia dell’Archeologia. Come le “gemelle” americane anche le “Linea di Verchiano” sembrano disegnate nel terreno. Appaiono oggi come anonimi cumuli di pietra che dall’alto assumono però una precisione geometrica quasi perfetta.
Esiste nell’Italia centrale un’altra struttura che presenta forti analogie con quella di Verchiano ed è posizionata sulle falde del Monte Sambucaro nel Frosinate. I due luoghi, visivamente identici, si differenziano per il numero di cerchi, perché il laziale ne ha appena sette. Sia a Verchiano che sul Monte Sambucaro i cerchi sono formati da pietre e massi di tutte le dimensioni, accatastati l’uno sull’altro senza utilizzo di malte. Continuando con le analogie, nella località chiamata Arkaim, sugli Urali, in Russia ci sono altre due strutture similari a quella scoperta da Marcello Betti e ad esse è stata attribuita la datazione 2.500 a.C.
Il sito umbro ha dimensioni enormi, con almeno 50 metri di diametro e, osservando la sua conformazione, possiamo supporre ci si trovi indubbiamente di fronte ad un’opera realizzata dall’uomo, pur per scopi ancora sconosciuti.
Dato che la scoperta è così recente, è ancora presto per le congetture, ma l’ipotesi avanza a caldo dal suo scopritore è che ci si trovi davanti ad un luogo di culto. Un sito sacro, forse riconducibile all’arcaica popolazione degli Umbri, qualcosa di simile alla famosissima Stonehenge. Il motivo per cui una popolazione primitiva possa aver costruito una struttura visibile solo dallo spazio è e continuerà ad essere un mistero senza spiegazione.
(20 Agosto 2013)
IL GIORNALE DELL’UMBRIA intervista alcuni membri della nostra Associazione in qualità di scopritori dei “Cerchi di Verchiano” e dedica ben tre articoli in tre giorni all’argomento:
La rivista FENIX di Ottobre dedicherà ben due pagine alle teorie riguardanti la costruzione dei Cerchi di Verchiano, con un servizio curato da Emanuele Legumi dell’Associazione BOSCO DI ARMENZANO e da Isabella Dalla Vecchia di Luoghi Misteriosi.
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