L’Italia è conosciuta da sempre come “terra di santi, poeti e navigatori”, ma anche di inventori. Sono, infatti, le nostre circa 5000 domande di brevetto ogni anno a distinguerci come paese tra i più prolifici del mondo. Può questa risorsa salvare settori in crisi come la sanità, evitando spiacevoli tagli come quelli che subirà anche la nostra zona?
E’ tristemente noto come i migliori “cervelli” italiani debbano spesso emigrare per sfruttare al meglio le loro capacità. L’ufficiale di Marina Clarbruno Vedruccio, nello stile militare che gli appartiene, è del parere che: “A fuggire si fa presto. Rimanere a combattere in Italia, quello sì è da soldati”. Il nostro marinaio è uno degli inventori italiani più brillanti degli ultimi anni. A lui dobbiamo l’idea del Bioscanner, un dispositivo di analisi che tramite una sonda elettromagnetica di pochi centimetri permette di individuare le cellule tumorali perfino se allo stato iniziale. L’esame dura pochi minuti, non è invasivo, non provoca dolore o disagi al paziente, e fornisce un responso immediato.
Vedruccio ha una laurea in fisica ed una in ingegneria elettronica conseguita negli Stati Uniti, oltre varie esperienze lavorative con il Cnr di Bologna, l’Università di Urbino e la Marina Militare Italiana. Mentre faceva studi di elettromagnetismo avanzato per il battaglione San Marco e svolgeva ricerche sulle interazioni dei campi elettromagnetici con i tessuti biologici, scoprì che specifiche bande di frequenza possono rilevare in maniera selettiva la presenza di alterazioni maligne e benigne. Era la prova empirica di ciò che gli scienziati Fricke e Morse teorizzarono all’inizio del secolo scorso, cioè che: “i tessuti sani hanno una capacità elettrica più bassa, quelli infiammati più elevata”. Lo studio fu poi approfondito dal prof. Pokorny dell’Accademia delle Scienze di Praga, insieme allo stesso Vedruccio e pubblicato sulla ben nota rivista scientifica European Biophysics Journal.
Il Bioscanner rilevava alterazioni a livello dei mitocondri e dei microtubuli della cellula, ma risultati ancora più evidenti si ottennero analizzando le cellule tumorali. Quando i tessuti patologici erano colpiti dalle onde elettromagnetiche, assorbivano selettivamente alcune frequenze in banda Uhf e l’apparecchio rilevava un abbassamento della riga spettrale corrispondente. Alla luce di questa scoperta, ogni tipo di tumore, ad eccezione delle leucemie, era diagnosticabile tramite un test innocuo, ripetibile all’infinito da effettuare con i vestiti indosso, che dimostrava un’attendibilità diagnostica minima, addirittura, del 70%. Uno strumento rivoluzionario, poco ingombrante, portatile, utilizzabile ovunque, che non richiede mezzi di contrasto radioattivi, lastre fotografiche o altro materiale di consumo.
Miracolo! Abbiamo, in un periodo di continui tagli alla sanità, risolto il problema degli enormi costi di acquisto e gestione di macchinari per la diagnosi oncologica. In breve tempo inizia la messa in produzione dei nuovi dispositivi. La Galileo Avionica, società del colosso Finmeccanica, fonda la TrimProbe Spa che produce e commercializza il Bioscanner Trimprob al modico prezzo di 43.000 euro più Iva, contro i 3-4 milioni di euro di una macchina per la risonanza magnetica, i due milioni di una Pet e il milione e mezzo di una Tac.
Il professor Umberto Veronesi ne sperimenta uno nel suo Istituto europeo di oncologia di Milano, decantandone la validità. Il Bioscanner ottiene l’omologazione dell’Istituto superiore di sanità. Il ministero della Salute lo inserisce nel repertorio dei dispositivi medici del Servizio sanitario nazionale. Cinquanta ospedali in tutta Italia iniziano ad usarlo per l’individuazione di tumori delle ovaie, del retto, della tiroide dello stomaco-duodeno, della vescica, della prostata e del seno, ottenendo accuratezze paragonabili o superiori agli invasivi e fastidiosi esami tradizionali, quali ecografie o biopsie. Giappone, Brasile, Malesia, Turchia, Iran, Regno Unito, Francia, Belgio iniziano a chiedere forniture di Trimprob per i loro ospedali.
Abbiamo trovato un nuovo candidato italiano per il premio Nobel! Finalmente una bella storia di un italiano che è riuscito a fare successo in patria! Poi qualcosa va storto. La Galileo Avionica smette di produrre il Trimprob e la TrimProbe Spa viene messa il liquidazione, perché ritenuta non più strategica nell’ambito di un gruppo internazionale specializzato nei mezzi di difesa militare. Ne parla la carte stampata e la tv ma nessuno sembra in grado di trovare una soluzione.
Era un così bel sogno, possibile che si sia trasformato in un incubo? Ma “Perdere una battaglia non vuol dire necessariamente perdere la guerra” ed è Clarbruno Vedruccio in persona ha comunicarci che la sua sfida per entrare nei libri di storia continua…
pubblicato su: Terrenostre (Novembre 2012)
Ringrazio Carla e Clarbruno e auguro loro di avere il successo che meritano.
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