Gli archeologi di Roma si interessano alla misteriosa Grotta di Cinicchio

Categorie: Assisi

La visita del possibile sito archeologico denominato Grotta di Cinicchio sembra svelare una storia sorprendente. Esperti provenienti dalla capitale ed un pool locale, coordinati dall’angelano Marcello Betti, formulano l’ipotesi che il luogo possa essere la grotta della conversione di San Francesco e del suo amico e futuro seguace Frate Elia

Il primo amore non si scorda mai e, se è particolarmente intenso, oltrepassa le generazioni. Così Letizia Ermini è tornata, sulle orme del padre Giuseppe, nella città a lui cara e per la quale l’illustre uomo politico nel 1959 fece approvare una legge speciale sulla conservazione del patrimonio artistico. Difficile sintetizzare in poche righe l’impeccabile carriera che ha portato la professoressa Ermini a curare scavi archeologici in tutta Italia ma, anche se la biografia ufficiale non lo contempla, è bello citare il suo impegno sul campo nei luoghi del terremoto umbro-marchigiano, esperienza che lei ancora ricorda con particolare affetto.

Il 9 giugno 2012 sentitasi chiamare dalla città di Assisi non ha mancato l’appuntamento. L’occasione era la visita di un possibile sito archeologico denominato Grotta di Cinicchio, che dal nome evoca trascorsi comuni con il famoso brigante del diciannovesimo secolo Nazzareno Guglielmi, ma che sembra nascondere una storia ben più antica. Il lavoro di esperti locali, coadiuvati dalla Pro Loco di Santa Maria degli Angeli e da Marcello Betti, ha portato alla raccolta di documentazione sufficiente a formulare ipotesi sul fatto che il sito possa essere la grotta della conversione di San Francesco e del suo amico e futuro seguace Frate Elia.

Grotta di Cinicchio - panorama di Assisi

L’edificio è una costruzione semi-ipogea in località Ponte San Vetturino nel comune di Assisi; è posta sulla cima di una collinetta sormontata da un piccolo bosco, a meno di un chilometro in linea d’aria con la Basilica di San Francesco, vicino al ponte dei Galli, a quello di Santa Croce, e alla zona del FAI denominata Bosco di San Francesco.
La presenza in epoca antica di costruzioni nel luogo dove è collocato l’edificio, è comprovata da una miniatura del Polittico di San Rufino (1462) di Nicolò Alunno; nei riquadri posti nella parte bassa, proprio nell’ultima scena, che raffigura il corteo funebre di San Rufino, a sinistra di Assisi compare un piccolo edificio, proprio laddove è collocata la Grotta di Cinicchio. Un’altra interessante veduta della città di Assisi d’epoca medievale, conservata nel Museo della Porziuncola, è proposta dal pittore del XVII secolo, Francesco Providoni. Nell’ideale ricostruzione del primitivo convento dei frati attorno alla Porziuncola, una misteriosa costruzione compare al margine sinistro dell’opera, nella medesima posizione di quella dell’Alunno.

Nel sopralluogo di giugno, sembra decadere l’ipotesi, formulata in una precedente perizia, che l’edificio fosse in origine una costruzione longobarda, sia per la sua struttura muraria, sia per l’abitudine che aveva questo popolo di colonizzare i centri urbani a scapito del resto, dove al più erano costruiti alloggi umili come capanne e raramente case in pietra.
La struttura è composta di due locali di forma e fattura simili tra loro collegati per mezzo di un lungo corridoio. Data la forma allungata e la caratteristica ipogea, è da scartare anche l’ipotesi che fosse una torre d’avvistamento, tesi che avrebbe giustificato la sua posizione in cima ad una collina con una visuale completa della zona, da Assisi fino a Santa Maria degli Angeli.

Entrata della Grotta di Cinicchio

Entrata della Grotta di Cinicchio

Nella costruzione si entra tramite una stretta apertura che affiora dal terreno con una volta a botte; entrambi gli ambienti interni hanno poi un’apertura verso l’alto dalla quale, tramite uno scivolo, si poteva presumibilmente calare del materiale. Ciò farebbe pensare ad un probabile piano superiore del quale oggi non resta però alcuna traccia.
Tutto fa supporre si tratti di un manufatto pienamente medievale. Non è semplice dimostrare se l’edificio sia stato costruito e poi ricoperto, per collocare magari un piano rialzato, oppure si sia murato intorno a qualcosa che somigliasse ad una grotta già esistente. Si potrebbe propendere per la seconda ipotesi poiché, qua e là, il sottile strato di muro è, con i secoli, crollato, lasciando intravedere un robusto strato di terra e roccia privo di malta capace di auto-sostenersi.

L'interno della Grotta di Cinicchio

Ovunque si trovano, nicchie, rientranze, o piccole mensole, ad indicare che il luogo era stato progettato come locale ad uso abitativo o come magazzino. La caratteristica particolare dell’edificio è proprio il corridoio di collegamento tra le due stanze, apparentemente privo di scopo e dalla lunghezza spropositata. Su di esso escono simmetricamente dal muro all’altezza di circa 1,80 m dei mattoni squadrati a mo’ di piccole mensole. Il fatto di essere completamente intonacato farebbe supporre ad un pezzo di acquedotto riutilizzato per scopi abitativi. Dato che in zona c’è una fonte di acqua, ciò potrebbe confermare tale teoria.

L'interno della Grotta di Cinicchia

La muratura è costituita prevalentemente da pietre unite tra loro da malta cementizia. Il tutto in molte parti presenta ancora l’intonaco originale di un colore che va dal bianco al rosato chiaro. Non è escluso che ci fossero dipinti murari ma di essi rimane ben poco. Ad un’analisi più dettagliata si possono notare diversi metodi di messa in opera che indicano più ristrutturazioni, riparazioni, o riadattamenti nel corso gli anni. A pietre scarsamente lavorate, e quindi di difficile datazione, si alternano pietre rosa del Subasio così ben squadrate da confondersi con i mattoni nello stile e nelle dimensioni di quelli degli antichi romani. Quel tratto di lavorazione è dunque in stile romanico ed è pressoché identica a quella della Cappella duecentesca del Transito di Santa Maria degli Angeli di Assisi, luogo di trapasso di San Francesco, già studiata proprio dalla prof.ssa Ermini durante un suo precedente scavo presso la Porziuncola.

Tunnel nella Grotta di Cinicchia

A riepilogo di questo breve excursus archeologico abbiamo desunto tante informazioni utili. L’ipotesi, da confermare tramite un futuro saggio archeologico approfondito, è che l’edificio possa essere il riutilizzo di un acquedotto in disuso o di una concrezione geologica già esistente. Gli eremi benedettini ricavati da grotte della Valnerina sono sicuramente gli edifici dell’Umbria con più assonanza con questa costruzione. L’idea che l’edificio possa aver ospitato un eremita o una piccola comunità religiosa non è per niente un’ipotesi peregrina.

L’interessamento della Professoressa Ermini, che torniamo a ringraziare, del Centro italiano di studi sull’alto medioevo (CISAM) di Spoleto e dell’Università la Sapienza di Roma è motivo di vanto per la città. Un edificio così carico di storia è, a nostro parere, meritevole di uno studio approfondito e di un restauro, come quello così brillantemente ultimato nella vicina zona del Bosco di San Francesco, per rendere fruibile a tutti un’altra pagina del nostro illustre passato.

pubblicato su: Terrenostre (Novembre 2012)

Riguardo l'autore

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Ingegnere impegnato da anni nel campo dell’automazione industriale. Ama il suo lavoro ma al contempo è affascinato anche da: storia, tradizione e misteri della sua terra, l’Umbria. Collabora con alcune riviste e quotidiani e ha la profonda convinzione che il migliore investimento per il futuro sia la cultura, settore in cui l’Italia, per quanti sforzi possa fare, non sarà mai seconda a nessuno.

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La Grotta di Cinicchio ad Assisi

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