Una notte senza Storia – Armenzano e le Stelle

Categorie: Armenzano, Assisi

Perseo e Andromeda - Il Veronese“…cosa potrà saperne mai di vicende del passato un ingegnere elettronico di 39 anni?

Poi dicono che siamo in crisi! Non ricordo com’è iniziata quest’avventura, so solo che stanotte voglio disinteressarmi della Storia e di tutti i suoi polverosi libri. Il nostro B&B non ha ospiti, la serata è tersa e ho deciso di rilassarmi un po’; la piccola Alessia è già a letto e lo splendido cielo di Armenzano e del Subasio è a mia completa disposizione.
Prendo il telescopio, lo piazzo al solito posto e, come abitudine, punto a nord in direzione della Stella Polare. E’ l’astro più importante per la sfera celeste dell’emisfero boreale, l’unico riferimento fisso e da sempre fondamento per l’orientamento di chi va per mare prima dell’avvento della bussola. Così importante eppure così anonima; quanto ho impiegato da neofita a distinguerla dagli altri astri! Con il tempo, ho poi imparato a individuarla per mezzo di triangolazioni con le luminose costellazioni vicine, come il Grande Carro. A differenza della sorella più piccola di cui la Polare è stella α, l’Orsa Maggiore, infatti, è impossibile da confondere grazie le sue luminosissime sette stelle principali a rappresentare nel cielo proprio il disegno di un carro.
Sposto di poco lo sguardo a sinistra e scorgo Boötes: la costellazione del Bifolco. Il mito racconta come Boötes fosse il frutto di un amore extraconiugale di Zeus e Callisto. Era, la gelosa moglie di Zeus, scoprì la scappatella e, per vendetta, trasformò Callisto in un’orsa, mentre il “Signore degli Dei” fu costretto ad affidare il frugoletto ad un gruppo di cacciatori dei boschi, per impedire all’adirata consorte di fare lui del male. Niente è più pericoloso di una donna infuriata e il “fato” volle che Boötes, in una battuta, si trovasse a cacciare proprio la madre sotto sembianze animali. Zeus, cercando di sistemare la situazione in extremis, salvò l’amante da morte certa, ponendo madre e figlio vicini nella volta celeste.

Alzo gli occhi ed osservo, troneggiare allo zenit, lo spavaldo Ercole raffigurato con un ginocchio a terra e con il piede destro appoggiato sulla testa del Drago. In una delle sue famose 12 fatiche, l’eroe dovette affrontare ed uccidere questo mostro a guardia dei pomi d’oro delle Esperidi, le figlie di Atlante. Punto il telescopio in corrispondenza della schiena del personaggio mitologico per osservare M13 uno dei più begli ammassi globulari di tutto il cielo. Metto a fuoco e, quello che ad occhio nudo era un microscopico puntino si trasforma in una miriade di stelle, vincolate le une alle altre da attrazione gravitazionale verso un punto centrale molto denso e luminoso. Mi soffermo solo un attimo a gustare questa meraviglia, poi continuo a spostare lo sguardo verso sud.

Incrocio la Chioma di Berenice, regina egizia che sacrificò i suoi celestiali capelli lunghi per propiziare il ritorno dalla guerra del faraone Tolomeo suo marito; la Corona Boreale con cui Arianna, dimenticato l’increscioso “abbandono in Nasso” da parte dell’irriconoscente Teseo, si cinse il capo alle nozze con Bacco. Quasi all’orizzonte c’è una delle costellazioni dell’ormai datato zodiaco greco-sumero che preferisco: lo Scorpione. Ha una forma inconfondibile, con la coda alzata nell’atto di pungere e le chele vicino al muso. Proprio lì c’è la stella Antares, un gigante dal diametro di circa 600 milioni di chilometri e luminosità pari a 9.000 volte quella del Sole. La caratteristica che non posso non notare in Ant-Ares, che la pone appunto come rivale di Marte (Ares), è il suo colore rosso spiccato. Mi capita di osservarla più di una volta fino a vederla, sconsolato, tramontare dietro le montagne.

Astronomia - Costellazione dello Scorpione

Costellazione dello Scorpione

Quello è il punto in cui sembra terminare la Via Lattea, che dalla nostra collina si mostra in tutta la sua magnificenza, mentre quando sono in città è ormai una chimera. La scia di stelle che la compone ha proprio l’aspetto di una chiazza di latte che spacca il cielo da Nord a Sud. Seguo con lo sguardo il suo percorso e arrivo alla meravigliosa costellazione del Cigno, Zeus alla ricerca di Leda che con le sue ali spiegate vola proprio sopra a quel mare latteo. Sull’oculare ho la testa dell’immaginario animale e, ingrandendo, scopro che la piccola stella Albireo ha una gemella praticamente sovrapposta indistinguibile ad occhio nudo; se la prima delle due è di colore arancione, l’altra sembra blu-verde. In corrispondenza alla coda della costellazione ammiro in tutta la sua imponenza il gigante Deneb, la stella a noi più distante che riesco a distinguere ad occhio nudo. Sto vedendo l’aspetto che questo oggetto aveva 3.000 anni fa, da lì sapranno della mia esistenza solo tra millenni, per il momento si dovranno accontentare di vedere la nascita delle antiche civiltà nostre progenitrici. Deneb, insieme a Vega della Lira ed Altair dell’Aquila, fa parte del Triangolo Estivo: le tre stelle più luminose dello zenit della stagione calda. In quella parte del cielo mi soffermo con il telescopio a gustare M57: la Nebulosa Anello, che con la forma di disco ellittico è lì a testimoniare un’esplosione stellare avvenuta qualche secolo fa, a monito di ciò che accadrà al nostro sole tra sei miliardi di anni. Peccato che dovremmo perderci questo spettacolo!

Astronomia - Costellazione del Cigno e Via Lattea con il suo mare di stelle

Costellazione del Cigno e Via Lattea

Continuo a seguire la Via Lattea per tornare di nuovo a Nord a salutare la famiglia dei re etiopi: Cassiopea a forma di “W” e il marito Cefeo che sembra una casetta stilizzata. Vicino a loro ci sono la figlia Andromeda e Perseo con il cavallo Pegaso. L’altezzosa Cassiopea soleva vantarsi di essere più bella delle figlie di Poseidone. Questi si adirò e mandò il mostro marino Balena a devastare l’Etiopia. Per placare il dio del mare, i due sovrani furono costretti ad incatenare la malcapitata figlia a una roccia in mezzo alle acque, come sacrificio a Balena. Il grande eroe greco Perseo arrivò appena in tempo, sul suo cavallo alato Pegaso, la salvò e poi convolò con lei a nozze.

Punto per l’ennesima volta il telescopio per ingrandire la nostra gemella M31: la galassia di Andromeda, due/tre milioni di anni luce distante da noi eppure, per le sue enormi dimensioni, visibile anche ad occhio nudo. E’ bello osservarsi allo specchio per scoprire come è fatta la Via Lattea con più di 100 miliardi di stelle e un diametro di circa 100.000 anni luce, in cui noi siamo meno di un granello di polvere.

Astronomia - Galassia di Andromeda e le stelle

Galassia di Andromeda

Non posso abbandonare questo fantastico cielo senza aver osservato Giove, il gigante gassoso, nonché pianeta più grande del Sistema Solare. Riesco a notare bene la differenza di colore delle strisce longitudinali delle sue nubi, dal giallo chiaro al rossiccio. Scorgo anche un puntino nero entro la sua sagoma, segno che uno tra Ganimede, Io, Europa e Callisto, i quattro amanti galileiani dei Signore degli Dei, è in congiunzione con lui e io sto violando la loro intimità.

…Accidenti è tardi e devo ancora scrivere l’articolo. Adesso intanto saluto la volta celeste, ripongo tutto e vado a riposare, se veramente la notte porta consiglio come dicono domani mi verrà in mente qualcosa.

pubblicato su: Terrenostre (Giugno-Luglio 2014)

Riguardo l'autore

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Ingegnere impegnato da anni nel campo dell’automazione industriale. Ama il suo lavoro ma al contempo è affascinato anche da: storia, tradizione e misteri della sua terra, l’Umbria. Collabora con alcune riviste e quotidiani e ha la profonda convinzione che il migliore investimento per il futuro sia la cultura, settore in cui l’Italia, per quanti sforzi possa fare, non sarà mai seconda a nessuno.

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