Ricette tradizionali in dialetto umbro
Co sta torta, ‘l capocollo, j ovi sodi e ‘l vino ce se fa a Pasqua la colazione. Ormai è ‘na tradizione e nun se pole scapolà.
Pijate 300 gr. de pasta de pane e ‘mpastatela co mezzo chilo de farina e ‘n po’ d’acqua tiepidina…. Co sto composto morbidino, n’ce fate gnente, perché s’ha da arposà e lievità finchè n’diventa doppio. Adesso ce mettete ‘n etto de strutto, 4 ovi, 10 gr. de lievito de birra sciolto n’te l’acqua, tre etti de pecorino grattato, ‘n po’ d’olio, sale e pepe. ‘N altro po’ de farina pe’ fa ‘n bell’impasto. Sta pasta la mettete drento le cazzarole de coccio ch’avete già untato ‘ncol burro e ‘nbiancato nco la farina. La fate cresce e pu la mettete nto ‘l forno caldo fintanto che ‘l sopra nun se ‘ndora. Ce vole ‘n oretta. Doppo la fate freddà e pu la levate.
(Tratto dal libro: Umbria in bocca)
La Torta di Pasqua è tra le specialità umbre più apprezzate. Il nome non più nascondere che è la tipica pietanza presente la mattina di Pasqua in tutte le case dell’Umbria. E’ accompagnata, come tradizione vuole, con capocollo o salame e uovo sodo benedetto. Ogni famiglia è depositaria di una propria ricetta dalla nonna e gestisce a proprio gusto la quantità e la tipologia di formaggio nell’impasto.
Appena sfornata emana un’inebriante profumo di formaggio e una volta pronta è difficile farla arrivare intatta al giorno di Pasqua. Questa pietanza dall’Umbria, nel corso del tempo, si è diffusa anche nel resto dell’Italia e oggi è considerata un ottimo antipasto o aperitivo e un’alternativa al pane, anche se molto più calorica.
Ne esiste anche una variante dolce, con o senza canditi, in questo caso, una glassa di meringa e perline di zucchero ricopre la parte superiore della torta.






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